Un bel giorno ci siamo resi conto di aver girato un bel pezzetto d'Europa in bicicletta e di non essere mai stati in Olanda: mai stati nel paese che ha più biciclette che abitanti, migliaia e migliaia di chilometri di piste ciclabili e neanche una salita. Quindi eccoci sbarcati all'aeroporto di Eindhoven, dove prendiamo un treno che in venti minuti ci porta a s-Hertogenbosch: al piano seminterrato della stazione affittiamo due biciclette e siamo pronti a partire.
s-Hertogenbosch – Dordrecht
Den Bosch, il Markt
s-Hertogenbosch, più semplicemente chiamata Den Bosch (pronuncia Den Boss) è apprezzabile per il suo centro storico circondato da canali, la Sint Jans Kathedraal, una delle più belle chiese d'Olanda, e per la Bossche Bol, grosso bignè pieno di panna e ricoperto di cioccolato: l'indirizzo giusto è Jan De Groot, due minuti a piedi dalla stazione, in direzione del centro.
in partenza
Piove durante la notte, al mattino il cielo è ancora tutto grigio compatto. La signora del B&B chiude fra una settimana e va in vacanza in Sicilia. Abbiamo l'impressione di aver sbagliato qualcosa.
Attraversamento di un fiume
Prendiamo per Vlijmen e Waalwijk dapprima attraverso boschi che non ci immaginavamo, poi per una campagna aperta. Realizziamo quello che sarà l'ostacolo principale: il vento sempre teso e continuo, ovviamente contrario alla nostra direzione di marcia. Questa prima tappa, già lunga di per sé rischia di diventare davvero troppo dura, ci dirigiamo verso nord, passiamo due grandi fiumi (la Mosa e il Reno?) e arriviamo a Gorinchem. Qui un ottimo treno regionale ci porta a Dordrecht.
Dordrecht
Dordrecht – Gouda
Dordrecht
Ieri sera Dordrecht ci è apparsa deserta, quasi spettrale. Stamattina col sole è un piacere girare per le sue viuzze e lungo i canali.
sul Waterbus
Il Waterbus, che fa servizio pubblico sul fiume ci porta ad Alblasserdam; pochi chilometri in bici e siamo all'ingresso della Kinderdijk (la diga dei bambini) uno dei luoghi turistici più famosi d'Olanda, con il lungo canale punteggiato da mulini a vento.
la Kinderdijk
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Ora il vento è a favore e si fila leggeri. Segue un tratto lungo i canali, fino a Schoonhoven, città di artigianato dell'argento: qui facciamo finalmente una sosta panino.
Gli ultimi chilometri della giornata sono ancora molto belli, lungo il canale, ma faticosi per il vento contrario.
A Gouda impariamo quali sono i punti centrali delle città olandesi: lo Stadhuis (Municipio) e il Kaaswaag (edificio adibito alla pesa del formaggio), che qui sono riuniti in una grandissima e bella piazza, il Markt.
Gouda, il Markt
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Gouda
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Gouda – Utrecht
Arrivo a Woerden
Usciamo da Gouda pedalando attraverso larghi specchi d'acqua su cui si affacciano belle case (di vacanza?).
Utrecht
Sosta a Woerden, dove noto che le chiese olandesi hanno campanili con punte molto slanciate. Le vie del centro, sempre pedonali, sono affollate, troviamo posto in un tavolino all'aperto di un caffè, finalmente con un po' di sole. Proseguiamo lungo strade diritte, con la corsia per le bici a fianco, fino a Utrecht. Qui alloggiamo in una simpaticissima casa galleggiante sul canale. Il centro città si snoda lungo l'Oudegracht, il canale principale, su cui si affacciano negozi e locali affollatissimi. Il simbolo della città è l'altissimo e bel campanile: si può salire fino in cima, però è chiuso quando passiamo noi.
Utrecht
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Utrecht – Amsterdam
lungo il canale
Il percorso è tutto lungo il canale su cui si affacciano case bellissime, ma anche ville e castelli, a testimoniare una grande ricchezza di queste zone. Ci accompagna una bella barca da diporto e facciamo un pezzo di strada insieme: ci fermiamo a guardare quando si aprono i ponti levatoi per farla passare.
lungo il canale
È un percorso molto gradevole, lungo strade tranquille, in un ambiente molto curato. Ancora un lungo rettilineo alberato a fianco di un canale, con un fortissimo vento laterale, e siamo alla periferia di Amsterdam.
Amsterdam
L'ingresso in città è semplice, sempre su corsia ciclabile fino al B&B, nella zona di Zeeburg, abbastanza vicino al centro città.
Restiamo un giorno ad Amsterdam per visitarla e per fare un po' di shopping; preferiamo usare il tram per arrivare fino in centro.
Amsterdam – Alkmaar
campagna olandese
Lungo la corsia per le bici arriviamo sul retro della grande stazione centrale: traversiamo un largo specchio d'acqua su una chiatta che fa la spola tra le due sponde e siamo subito fuori città; seguiamo le frecce della ciclabile LF7 attraverso la campagna. Si potrebbe fare una deviazione per Volendam, nota per il suo attaccamento ai tradizionali costumi olandesi, oppure per i mulini a vento di Zaandam: la prudenza e le cattive condizioni meteo ci consigliano di prendere la via più breve per Alkmaar. La cittadina ha un bel centro storico, raccolto nella cintura dei canali, con molti palazzi antichi. Arriviamo in tempo per evitare il diluvio pomeridiano.
Alkmaar
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Alkmaar
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Alkmaar – Den Hoorn (Texel)
Domenica mattina, finalmente con un po' di sole. Un bel percorso nei boschi ci porta a Bergen e poi fino al mare.
Mare del Nord
Rimontiamo, bici alla mano, l'altissima duna e ci affacciamo su una lunghissima spiaggia che si perde a vista d'occhio.
Mare del Nord
Oltre ai ciclisti, bagnanti e bambini che giocano: sembra una normale scena di vacanza italiana... salvo la temperatura più bassa di 15 o 20 gradi.
La pista ciclabile continua ora, perfettamente rettilinea, sotto la duna che chiude la vista sul mare; in compenso si vedono piccoli laghi, uccelli acquatici, mulini a vento e pale eoliche.
tra le dune
Il bello viene quando la ciclabile svolta a sinistra e imbocca in mezzo alle dune con un percorso a saliscendi, tutte curve; le dune sono ricoperte da una coltre verde in cui spiccano piccolissimi fiori, l'unica vegetazione che resiste al vento e alla scarsità d'acqua.
lungomare di Den Helder
Gli ultimi chilometri sono, invece su larghissimo nastro d'asfalto, tutto dritto lungo il mare; anche questo molto piacevole, finalmente col sole.
Den Helder non offre molte attrattive, però il museo della marina espone all'aperto molti cannoni e un sommergibile che si può visitare, all'interno non so cos'altro: una visita da non perdere per gli amanti del genere. Lì vicino ci imbarchiamo sul traghetto per l'isola di Texel (pronuncia Tessel): ancora pochissimi chilometri di bici e arriviamo al villaggio di Den Hoorn.
Texel
L'isola è una frequentata meta turistica per olandesi e tedeschi. A noi italiani fa un po' effetto che vengano qui per il mare, perché prendere la tintarella o fare il bagno qui mi sembra da temerari.
nel parco delle dune
Noi ci dedichiamo ad altre cose. Innanzi tutto traversiamo in bici il parco delle dune, poi facciamo una sosta ad Ecomare, museo degli ambienti marini, realizzato molto bene: quando danno da mangiare alle foche è uno spettacolo che entusiasma i bambini ma diverte anche i grandi.
nel parco delle dune
Eureka Orchideeën & Vogelbush è invece una delusione per Giuliana che voleva vedere le orchidee, mentre la collezione di uccelli tropicali è davvero notevole e forse potrebbe entusiasmare un appassionato del genere.
sosta di contemplazione
I villaggi dell'isola sono piccoli ma caratteristici, con locali carini; De Koog, invece, vicino alle spiagge più frequentate, è un gran bazar simile ai quartieri sul mare delle nostre cittadine balneari. La sera, dopo cena, ci si ritrova sulle spiagge esposte a ovest a godere il tramonto. Sembra una scena italiana, salvo che i tavolini all'aperto sono sistemati dietro pareti di vetro che li riparano dal vento, mentre la gente , accomodata sulle poltrone affacciate sulla spiaggia, si copre con dei plaid.
Den Hoorn
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Den Hoorn (Texel) – Harlingen
Texel è la più meridionale delle isole Wadden e l'unica abitata stabilmente: le altre sono un paradiso naturale dove non girano le auto. Vorremmo proseguire il viaggio via mare ma i collegamenti con le altre isole sono molto infrequenti, già spostarsi sulla successiva richiede un pernotto che non abbiamo prenotato.
sul traghetto
Torniamo quindi in traghetto a Den Helder e qui riprendiamo il viaggio in bici lungo la costa. Per raggiungere la Frisia, la regione più settentrionale dei Paesi Bassi dobbiamo attraversare la lunghissima diga del Afsluitdijk (diga di sbarramento). L'idea di affrontare questo percorso mi aveva dato qualche preoccupazione, legata alle condizioni meteo: nessuna possibilità di trovare riparo in caso di pioggia e il vento che potrebbe rallentarci e rendere oltremodo faticosa una tappa di per sé già lunga.
sulla diga
Le previsioni meteo sono confermate: cielo poco nuvoloso e vento da sud-ovest, quindi a nostro favore. La diga scivola via di volata: un'ora e un quarto per fare i trenta chilometri, una media di gran lunga superiore a quelle a cui siamo abituati, considerando anche due brevi soste.
sul mare del Nord
Infatti la pista ciclabile corre tra l'autostrada e il terrapieno ed è un po' alienante, però quando sale, per due volte, al livello più alto della diga ci da un bel colpo d'occhio sui due mari e vale la pena fermarsi ad ammirarli.
Harlingen, canale nord
Harlingen è una cittadina portuale, non ha grandi attrattive, ma la troviamo molto gradevole: giriamo per i suoi negozi e i suoi canali, dove ormeggiano molte piccole barche da diporto.
Sosta birra
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Harlingen
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Harlingen – Leeuwarden
La Frisia è regione che non ha grande richiamo turistico però è la campagna olandese che ci si immagina, tutta piatta e punteggiata di mucche pezzate bianche e nere, frisone appunto. Troviamo però un clima molto cordiale, respiriamo un'aria di grande tranquillità, i B&B sono i migliori con i prezzi più bassi.
Franeker
L'ultima tappa fila all'insegna dell'assoluto relax. Rinunciamo alla costa che pure è particolare, almeno così la descrivono: un fango informe, dove non si capisce quando la terra lascia il posto al mare, pare sia uno spettacolo unico. Prendiamo dritto e ci limitiamo alla campagne e alle cittadine.
Planetarium cafè
Franeker ha un bel municipio e un famoso planetario, ma anche l'annesso caffè è molto piacevole col suo stile retrò.
shopping a Leeuwarden
Il centro di Leeuwarden non è aggraziato come altri ma sempre piacevole da girare in bici. Ci sono rinomati musei: noi visitiamo quello regionale, la sezione più importante è quella della storia locale, realizzata molto bene e in modo originale ma di difficile lettura per gli stranieri. Si compra anche abbastanza bene: facciamo ancora qualche piccola spesa. Io compro le tasche da applicare sul portapacchi della bici: in Olanda ce l'hanno praticamente tutti, quando le monterò sulla mia bici, a casa, mi sentirò un po' olandese anch'io.
Informazioni pratiche.
L’organizzazione delle piste ciclabili e della segnaletica è, ovviamente, perfetta. Bisogna munirsi di un apposito atlante: io l’ho trovato in un discount ma è disponibile presso gli uffici turistici, individuabili dalla sigla VVV. È un normale atlante stradale su cui sono riportate in evidenza tutti i percorsi ciclabili, ogni incrocio tra quest’ultimi è identificato da un numero tra 1 e 99: ad ogni incrocio ci sono le
frecce che indirizzano agli incroci numerati più vicini. Questa numerazione copre l’intero territorio nazionale!!! Basta avere l’apposito
atlante, seguire i numeri e si può andare dovunque, pianificando il percorso come meglio si desidera. Quindi nella scelta dell’itinerario si può privilegiare i luoghi che si desidera vedere, tanto in Olanda si può arrivare dovunque in bicicletta. Nella pianificazione del viaggio, però, attenzione al vento che, quando è contrario, può rendere oltremodo faticosa una tappa altrimenti senza difficoltà. Generalmente il vento viene da ovest, ma può ruotare sia verso sud che verso nord. Per scegliere il percorso ho consultato Bycicle Touring Holland di Katherine Widing, facilmente reperibile su internet a buon prezzo.
In Olanda ci sono anche degli itinerari ciclabili nazionali opportunamente contrassegnati con la sigla LF seguita da un numero progressivo. Noi abbiamo seguito parzialmente la LF7, la LF1 e la LF10. Informazioni sul sito
www.fietsplatform.nl e
www.nederlandfietsland.nl: mi sembra però che la versione inglese sia limitata alla sola home-page.
In ogni città, anche piccola, c’è almeno un garage per biciclette custodito, aperto fino a tardi, generalmente mezzanotte; per un solo giorno il servizio è gratuito. È molto comodo per poter girare i centri storici a piedi, lasciando la bici al sicuro e al coperto.
Le nostre tappe sono state tutte comprese tra 50 e 60 km, con le eccezioni seguenti:
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da s-Hertogenbosch a Dordrecht sono circa 70-75 km, spesso contro vento; abbiamo deviato verso Gorinchem dove abbiamo proseguito in treno e quindi siamo rientrati nel chilometraggio medio
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la penultima tappa, da Texel a Harlingen è stata ben più lunga di 70 km, ma sulla diga abbiamo avuto il vento a favore, per cui non è stata più faticosa delle altre
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l’ultima tappa, fino a Leeuwarden è stata breve, circa 30-35 km, con un leggero vento a favore.
Abbiamo fatto il viaggio fino ad Eindhoven con un volo low-cost e di qui in treno fino a s-Hertogenbosch; il noleggio bici si trova sotto la stazione ferroviaria ed è aperto sempre, anche di domenica. Al ritorno siamo tornati in treno fin qui, per restituire le bici e tornare poi a Eindhoven. Le bici sono in ottimo stato, tipo city-bike, un po’ pesanti e ben stabili, munite di portapacchi per caricare i bagagli; sono fornite di lucchetto e catena, evidentemente è fondata la notizia che in Olanda ci siano furti di biciclette.
Ho prenotato i pernotti in anticipo presso B&B, tramite il sito
www.bedandbreakfast.nl disponibile anche in inglese; sono stati tutti ottimi (salvo due decisamente meno buoni) ad un prezzo medio tra 60 e 70 euro per la stanza doppia, con colazione sempre buona ed abbondante; spesso i padroni di casa sono gentili e molto disponibili verso gli ospiti. Un’alternativa più economica è iscriversi all’associazione Vrienden op de Fiets, sul sito
www.vriendenopdefiets.nl , si paga 10 euro e si riceve una guida con molti B&B per ciclisti, con un prezzo convenzionato di 19 euro a notte a persona, colazione inclusa: peccato che la guida sia solo in olandese e che riporti solo i recapiti telefonici e non gli indirizzi di posta elettronica.
In Olanda sono diffusi esercizi ambulanti che vendono panini con il pesce; la fanno da padrone le aringhe, da mangiare con le cipolle, che complicano un po’ la digestione; in alternativa comperare dei panini per il pasto di mezzogiorno è sempre facile, nel primo centro abitato che si incontra. Ricordare di fare scorta d’acqua: non ho mai visto una fontanella. Tutti i B&B offrono il bollitore per prepararsi in stanza tè o caffè, a piacimento. La cena, in locali di medio livello, è sui 20-25 euro a persona.
Le comunicazioni sono semplici: tutti parlano inglese e molto spesso anche bene.