La lenta agonia della Monna

You are here

Pubblicato da Daniela Sbardella

08 Aug 2017 - 10.08



La nostra Signora, la Madre delle nostre montagne, è irrimediabilmente e, forse, inesorabilmente ferita a morte, insieme alla faggeta della Innola, a quei posti magici, unici nel territorio, che hanno plasmato e rasserenato l’anima dei loro frequentatori.

Dico “ inesorabilmente” perché c’era da aspettarselo. Perché è il risultato dell’aver abbandonato ogni speranza nella cultura della sensibilità ambientale. Perché tutto ormai da trent’anni è sacrificato all’individualismo, al protagonismo, all’interesse personale o di piccoli gruppi, che siano di interesse politico, economico, o di semplici pazzi, criminali. Ora lo “Stato” propone una taglia su questi criminali. Lo fa in maniera “spettacolare” e “ipocrita” dopo aver permesso qualunque abuso ambientale. Alla cultura della “prevenzione” si è sostituita quella dell’intervento riparatore, che costa molto di più e, nel caso degli incendi, non ripara proprio nulla. Non è il momento dei processi: al sottoscritto e, credo, al CAI intero, resta solo di osservare rabbiosi, ma purtroppo impotenti e rassegnati.

Resisti, nostra adorata Signora Monna, non possiamo far nulla se non pregare per te, e continuare a lottare perchè la montagna e l'ambiente in generale siano più importanti del giardino di casa nostra.

Il Presidente

Paolo Sellari


Iscriviti alla Newsletter

Clicca qui ed iscriviti alla nostra Newsletter! Resta sempre aggiornato sulle attività della sezione, non perderti neanche un evento né una notizia sulle nostre attività