escursione TAM in Val Cervara

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Pubblicato da Piero Lancia

04 Jun 2017 - 07.49

di Roberta Spaziani

 

L’escursione del 28 maggio in Val Cervara ci ha riservato grandi emozioni. Abbiamo vissuto un’esperienza che le stesse guardia Parco che ci hanno accompagnato, Michela e Nicolina (nella foto), non hanno fatto fatica a definire unica. Eravamo andati per cercare tracce dell’orso bruno marsicano. Non l’abbiamo visto, ma già dal mattino la sua presenza si è fatta sentire. Arrivati all’appuntamento a Villavallelonga, Michela e Nicolina ci hanno riferito di essere reduci da un intervento in cui hanno passato la notte a placare gli animi dei cittadini infuriati. L’orso si era presentato in piazza in tarda serata, ma prima aveva sgozzato una decine di galline nelle corti di alcune case vicinissime al paese. L’orso è cattivo, è malvagio……. Per alcuni è semplicemente un problema da risolvere a fucilate. Per noi è invece la Natura che fa il proprio mestiere e crea danni (tra l’altro ampiamente risarciti dall’Ente Parco) solo quando l’uomo non gestisce bene la confidenzialità, che questi animali hanno acquisito a causa di comportamenti sbagliati. Ci siamo quindi diretti verso Prati d’Angro dove abbiamo imboccato il sentiero che percorre Val Cervara. In questo luogo, la foresta più antica d’Europa è il teatro unico di una meravigliosa armonia tra vita animale e vegetale in perfetta simbiosi. Tutto è in equilibrio. Faggi stupendi ed antichissimi sovrastano, possenti, una biodiversità ricchissima. Siamo anche incappati in una traccia d’orso,grazie a Nicolina e Michela che ce l’hanno fatto notare in una pozza fangosa, ma l’esperienza più forte ci aspettava più a monte su un piccolo sprone dal quale, di fronte, potevamo osservare il versante sud di monte Marcolano. Michela ci spiegava come nel mese di agosto è possibile per loro operatori fare la conta dei cuccioli d’orso. I piccoli insieme alle mamme escono dal bosco che si trova sul pendio del monte e scorrazzano nella radura sovrastante in cerca del ramno. In questo modo, le guardia parco, che si appostano proprio nel punto dove eravamo noi, li possono contare. Il monitoraggio avviene in un’unica giornata e contemporaneamente in più zone del Parco. In questo modo è possibile elaborare il quadro completo del numero minimo di cuccioli che sono nati in quella stagione. Mentre Michela ci spiegava ciò, improvvisamente tutti con il naso all’insu… Abbiamo avvistato un’aquila! “Ma è un’Aquila?”…”si si “ dice Michela che intanto stava già guardando nel binocolo d’ordinanza. “aspetta, aspetta…c’è anche….si si.., un cerbiatto….corre sul pendio della montagna”. In quello stesso momento, la dura legge della Natura si è fatta realtà davanti ai nostri occhi increduli. L’aquila si è lanciata in picchiata e ha agguantato il cerbiatto. Poi..., forse l’animale era troppo pesante per lei, oppure lo voleva uccidere proprio in questo modo, lo ha lasciato cadere!. Stava li fermo sul pendio mentre l’aquila volteggiava sopra di lui. Ad occhio nudo non era semplice distinguere i particolari, ma con il binocolo Michela riusciva a vedere che non era morto, sicuramente stordito e probabilmente ferito. “Ora l’aquila ci riprova”, ci siamo detti e invece no, continuava a girare, ma qualcosa la dissuadeva dal rilanciarsi. Forse il cerbiatto era veramente una preda troppo grande, fatto sta che dopo un po’ lo abbiamo visto correre e rifugiarsi nel bosco. Abbiamo voluto pensare che si fosse salvato! L’aquila rinunciando definitivamente ha cambiato direzione ed è venuta verso di noi, regalandoci, in tutta la sua maestosità, uno spettacolo che ci ha lasciato a bocca aperta. Dopo essere passata sopra le nostre teste, ha virato verso ovest ed è scomparsa in lontananza.

 

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